La rapida evoluzione informatica nel dopoguerra permise di scoprire una serie di tecnologie fino ad allora impensabili. Le potenzialità del mondo digitale affascinarono le migliori menti del tempo, che riuscirono a stravolgere la realtà già in profondo mutamento.
Se ci pensate, la quasi totalità delle invenzioni tecnologiche arrivò nel corso dell’ultimo secolo. Dal telefono al televisore, da internet alla localizzazione satellitare. Tutte tecnologie che, seppur progettate e messe a punto in quegli anni, sono di largo utilizzo solo oggi.
Anche il mondo delle trasmissioni subì un profondo cambiamento, così come quello dei televisori. A partire dagli anni ’70 fù possibile acquistare differenti tipi di monitor, tra i quali anche quelli al plasma, prima tecnologia alternativa a subentrare sul mercato.
Una storia altalenante
La tecnologia degli schermi al plasma venne inventata nel 1964 come soluzione ottimale per i monitor di computer e macchinari informatici. Una soluzione pratica che riduceva lo spessore di un monitor a circa una quindicina di centimetri.
Il grande vantaggio del plasma era rappresentato dal fatto che non erano necessari complessi circuiti e schede all’interno del monitor. Un aspetto tecnico che analizzeremo per comprendere il suo funzionamento.
Un primo tentativo di immettere questi prodotti sul mercato si ebbe già negli anni ottanta, ma non andò bene. Questi monitor infatti erano molto costosi, e sebbene fossero già per lo più piatti non riuscirono a competere con i classici schermi a tubo catodico.
Sul finire degli anni novanta arrivarono i primi modelli per il largo consumo, ed iniziò la vendita al dettaglio di schermi televisivi al plasma. In quel momento, la storia cambiò.
Come funziona il plasma?
Il funzionamento di uno schermo al plasma è un sistema ibrido, nato sfruttando gli stessi gas impiegati nei tubi catodici.
Tra i vari pannelli che compongono lo schermo, sono iniettati due gas: il neon e lo xeno. Questi gas sono imprigionati in tante piccole celle, dette pixel, che contengono al loro interno tre “scompartimenti” detti subpixel.
Questi tre scompartimenti sono colorati di rosso, blu e verde, e sono in grado di generare tutto lo spettro di colori in base alla loro differente illuminazione.
Con l’accensione del televisore e dunque con la trasmissione di elettricità e del segnale televisivo, i gas si eccitano trasformandosi così in plasma, e rendendo il colore che poi vediamo sullo schermo.
Di fatto, si tratta di un funzionamento analogo a quello presente nei televisori a tubo catodico, ma con delle determinate differenze.
Il funzionamento di base infatti è lo stesso, e prevede la combinazione di tre colori di base per formare il colore finale. Ma in uno schermo al plasma si ha una maggiore velocità di reazione ed un maggiore controllo, che permettono una resa decisamente ottimale.
I vantaggi
Ormai è risaputo: uno schermo al plasma è la soluzione ideale se siete degli amanti delle immagini di qualità. Sin dalla sua nascita, lo schermo al plasma ha vantato questo primato in termini di prestazioni d’immagine.
La gestione ottimale del plasma, intrappolato in piccole celle e dunque controllabile al dettaglio, ha garantito fin da subito una maniacale gestione delle tonalità di colore. Una cosa impossibile in precedenza.
Questi schermi infatti garantiscono alte luminosità (in media attorno ai 1000 lux), che permette così di esprimere una vasta gamma di colori. Un dettaglio che rende questi prodotti estremamente indicati per cinofili e appassionati di intrattenimento.
Altro aspetto fondamentale, per quanto riguarda il vantaggio visivo, è l’elevato angolo di visione, dovuto proprio all’indipendenza di ogni cella. Ed anche un ottima gestione del contrasto, resa sempre più applicabile grazie a nuove tecnologie implementate nel corso del tempo.
C’è poi da menzionare una notevole riduzione dei costi e dei consumi, che rendono questi schermi più appetibili. Così come la disponibilità di schermi sempre più grandi e prestanti.
Costi e produttori
Gli schermi al plasma hanno conosciuto due periodi di declino nella loro storia: negli anni ottanta e nella prima metà degli anni duemila. Ed in entrambi i casi, questa caduta è stata determinata dal loro costo.
Sia ben chiaro: uno schermo al plasma non costa un capitale. Eppure, rispetto ad uno schermo a cristalli liquidi, ci può essere una differenza superiore ai cinquanta euro per un prodotto delle stesse dimensioni e caratteristiche.
Ad ogni modo, è ancora largamente in produzione ed è disponibile presso ogni rivenditore o online. Si tratta di prodotti molto apprezzati, che garantiscono ottime prestazioni ed hanno una durata garantita di cento mila ore in utilizzo continuo.
Un buon investimento, insomma.