La rapida diffusione della tecnologia touch screen ha fatto si che buona parte degli schermi oggi esistenti sia “tattile”. Ciò vuol dire che è sempre più facile interagine con un monitor tramite il proprio dito che non tramite una pulsantiera o un mouse.
Certo, questa rivoluzione è dovuta a più fattori, che vanno dalla praticità di utilizzo alla facilità di installazione. Questi schermi sono intuitivi, veloci, facilmente sostituitibili, resistenti. Niente a che vedere con i primi prodotti del genere.
Anche per questo motivo, quando ci si trova a dover scegliere un monitor touch screen, possono sorgere alcuni dubbi e perplessità, che è bene diradare per tempo.
Non parliamo di tablet
Sono sicuro che molti di voi, quando pensano a dei monitor touch screen, pensano ad un tablet. Ma non è ciò di cui stiamo parlando.
Un tablet infatti è un dispositivo completo, una sorta di “computer portatile” (passatemi la semplificazione) capace di funzionare autonomamente e senza necessità di essere collegato con altre periferiche.
Un monitor touch screen invece è un comune monitor, come quello che state usando per leggere queste righe, e va necessariamente collegato ad un computer o un macchinario per poter essere usato.
In sostanza, il monitor è un mezzo di comunicazione con un dispositivo, che ci permette di interagire e comunicare con esso tramite comandi visivi e comprensibili. Anche il tablet è composto da un monitor, ma non solo.
La necessità di rendere più veloce il lavoro ha permesso la diffusione di schermi e monitor touch screen, che si sono rapidamente imposti in diversi settori e ambienti.
Esempi di utilizzo
Il monitor touch screen è diventato un punto di riferimento nel settore dei servizi al pubblico. Basti pensare a tutti i tipi di monitor che incrociamo quotidianamente.
Ne trovate uno nei distributori, nelle casse automatiche, nei pannelli informativi, nei totem digitali, anche quando andate a fare la fila alle Poste o dal medico. In tutti questi settori si è reso necessario cambiare qualcosa, per renderla più semplice.
Come se non bastasse, questo tipo di schermo può essere utile anche per chi svolge attività professionali nonché per l’utilizzo domestico. Sono sempre più richiesti, infatti, per i più piccoli, già abituati a gestire un computer con le proprie manine.
Cosa verificare
Per identificare uno schermo touch screen di qualità, per prima cosa dobbiamo controllare la sua robustezza. Se ci troviamo a sceglierlo in negozio, è bene toccarlo e verificare che sia realizzato con materiali solidi e resistenti.
Effettuate delle leggere pressioni sulla cornice dello schermo, e notato se questa produce rumori o si flette. In tal caso, avete tra le mani un prodotto di bassa qualità, che potrebbe rompersi ad una minima caduta o ad una pressione eccessiva o ripetuta.
Se invece state acquistando online, assicuratevi di dare un’occhiata alle recensioni dei clienti ed alle specifiche, per comprendere se ci possano essere dei problemi nel corso dell’utilizzo.
Inoltre, verificate anche la qualità dello schermo, elemento fondamentale visto l’utilizzo che ne dovrete fare. La superficie di un buon monitor touch screen è perfettamente liscia e leggermente morbida al tatto.
Questo perché a differenza di un comune monitor, dove il pannello finale dello schermo è realizzato in plastica o vetro, uno schermo touch screen sfrutta delle membrane posizionate al di sotto del pannello per interpretare il tocco.
In questo senso, assicuratevi di avere tra le mani un prodotto capace di interpretare correttamente i vostri movimenti. Uno schermo troppo duro potrebbe rispondere con difficoltà.
Ultime accortezze
Da verificare, poi, la dimensione dello schermo e l’utilizzo che ne dovrete fare. Questo perché esistono dei monitor touch screen da utilizzare fissi, su scrivania, ed altri prodotti da utilizzare in mobilità.
Uno schermo protatile dovrà essere necessariamente di dimensioni ridotte, mentre uno da scrivania potrà garantire qualche pollice in più. Attualmente questi monitor non si trovano in dimensioni eccessivamente grandi, ma al massimo di una trentina di pollici.
Esistono poi schermi capaci di interpretare anche il doppio tocco, ossia l’utilizzo di due o più dita. Si tratta di una funzione già implementata nei moderni smartphone e tablet, ma non ancora molto presente nei monitor. Questo perché se ne presuppone un utilizzo lavorativo, dove serve toccare e non gestire con più dita.
Ad ogni modo, alcuni prodotti garantiscono anche questa funzionalità, che in determinati ambienti ed ambiti potrebbe risultare incredibilmente utile.