Monitor con tecnologia a cristalli liquidi: descrizione prodotti, fasce di prezzo, opinioni

Oggi quando parliamo di cristalli liquidi è come se utilizzassimo un sinonimo per schermo piatto. Questo perché la tecnologia LCD (dall’inglese Liquid Crystal Display) ha di fatto preso il sopravvento, caratterizzando la quasi totalità di schermi in circolazione.

Durante il passaggio dal tubo catodico allo schermo piatto furono inventate diverse tecnologie in grado di ridurre gli spazi di televisori e monitor. Eravamo negli anni sessanta, e di li a poco presero forma sia i cristalli liquidi che il plasma.

Come succede per molte tecnologie contemporanee, queste vennero inventate in tempi non sospetti ed implementate solo più recentemente, quando si palesò il loro possibile utilizzo.

Gli schermi LCD sono però una eccezione. Questi infatti vennero adottati fin da subito, ma non per particolari schermi. Si diffusero molto rapidamente tra gadget e dispositivi di consumo, come le radiosveglie, i tabelloni per la segnaletica, le insegne luminose, ed anche negli orologi da muro e da polso.

Da li in poi, con la progressiva riduzione degli schermi, il passo fu breve.

Cos’è un cristallo liquido?

Senza entrare troppo nel dettaglio, è detto “cristallo liquido” un particolare composto che può passare, per l’appunto, dallo stato solido a quello liquido in determinate condizioni, e viceversa.

Questo particolare composto venne scoperto casualmente nel 1888, ed in quel tempo non si riuscì a trovare alcuna utilità pratica ad una tale scoperta.

Lo scopritore fu Friedrich Richard Reinitzer, chimico e botanico austriaco che rimase molto affascinato dal comportamento del benzoato di colesterile. Una volta confermata la scoperta, si fece aiutare nella presentazione dal fisico Otto Lehmann, che ne studiò assieme il comportamento.

Quella scoperta rimase dunque archiviata nei libri per quasi mezzo secolo. Finché i moderni scienziati e tecnici non vi individuarono una possibile implementazione. Questa arrivò dapprima nella realizzazione di particolari circuiti elettrici e schede stampate, e poi con la tecnologia a cristalli liquidi che tutti conosciamo.

Come funziona?

Uno schermo a cristalli liquidi è composto da diversi spessori (detti pannelli) dotati di numerosi contatti elettrici. All’interno di questo spessore è inserito uno strato di cristalli liquidi.

I cristalli hanno la possibilità di muoversi all’interno di questo spessore, ed il loro movimento è causato dagli impulsi elettrici. Il movimento genera un determinato colore, che viene poi “catturato” e reso sul display da un filtro polarizzante.

Il movimento dei cristalli non è del tutto casuale. In un comune display lcd questi possono inclinarsi solo di 90°, riuscendo così a generare una vasta gamma di colori resi poi da appositi filtri. Non si tratta dunque di un movimento incontrollato.

Si tratta di un funzionamento piuttosto complesso, che però è divenuto un vero e proprio standard. Oggi viene applicato con successo ad una vasta gamma di prodotti, dai monitor agli smartphone, e rappresenta una tecnologia solida e affidabile.

Vantaggi e limiti

Uno dei principali e più noti vantaggi degli schermi LCD è, ovviamente, il poco spazio occupato. Uno schermo LCD è spesso pochi millimetri, e ciò lo rende ottimale per numerosi dispositivi.

Fù inoltre pioniere di una notevole riduzione dei consumi, che oggi è ancor più significativa rispetto al passato. Ciò è stato reso possibile grazie alle nuove forme di retroilluminazione, ottenute grazie a pannelli LED.

Sembrerà strano, ma i primi schermi piatti non consumavano meno rispetto ad un classico televisore a tubo catodico. Alcuni modelli addirittura avevano consumi piuttosto elevati, al punto da renderli meno appetibili rispetto ai modelli classici.

Infine, c’è da considerare anche la qualità visiva da questa tecnologia. La risoluzione massima garantita è di 3840 x 2160 pixel, che non corrisponde agli standard massimi attuali ma è comunque molto elevata.

C’è però da dire che gli schermi LCD hanno un limite fisico. La loro grandezza non può essere superiore ai 100 pollici: una dimensione difficilmente raggiungibile sia per un monitor da computer che per un televisore.

Produttori e costi

Come già detto, si tratta di una tecnologia comune. Questa è utilizzata nei più svariati ambiti, e non faticherete di certo a trovare un monitor o uno schermo LCD.

Se siete orientati ad acquistare un monitor a cristalli liquidi, è bene considerare alcune cose prima di comprare in negozio o online.

Ad esempio, il fatto che un monitor a cristalli liquidi è adatto per i più svariati utilizzi, ma che potrebbe non essere adeguatamente prestante per applicazioni specifiche.

In alcuni casi, è consigliabile preferire la tecnologia al plasma rispetto a quella a cristalli liquidi. Questa è considerata più reattiva e fluida, nonché capace di rispondere meglio a risoluzioni elevate.

Ad ogni modo, un monitor LCD è una scelta perfetta per un computer da uso quotidiano, o per il lavoro d’ufficio. Garantisce ottime prestazioni, consumi ridotti e design intriganti e di qualità.

Inoltre, il prezzo non è molto elevato, ed è possibile acquistare un buon monitor con una spesa compresa tra i 130 ed i 180 euro. Salvo avere necessità di particolari standard e requisiti tecnici, che faranno sicuramente lievitare il prezzo.

Non proprio un nativo digitale, ma appassionato di tecnologia ed elettronica. Lavoro come consulente informatico per diverse aziende, sempre alla ricerca di soluzioni ottimali ed in grado di rendere “smart” ogni cosa.

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  • Tipo con retroilluminazione: sistema W-LED
  • Dimensioni pannello: 54.6 cm (21.5")
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